Allarme per virus respiratorio sinciziale che sta colpendo i neonati in tutta Italia. Le terapia intensive e i reparti pediatrici e terapie intensive sono al completo con neonati ricoverati con bronchioliti e polmoniti causate dal virus. Al Policlinico Umberto I di Roma 10 i piccoli ricoverati, 2 di loro hanno solo un mese di vita.
Fabio Midulla, presidente della Società italiana per le malattie respiratorie infantili (Simri) spiega ad Adnkronos che si tratta di un’epidemia arrivata con 2 mesi di anticipo
Il virus respiratorio colpisce in modo grave i più piccoli
“Il virus – spiega Midulla- se contratto nei primi mesi di vita del bambino provoca forme di bronchiolite gravi, con manifestazioni cliniche nelle basse vie respiratorie, mentre nei bambini più grandi e negli adulti si risolve con sintomi lievi, come rinofaringite, febbre o tosse. Ma i neonati sono spesso protetti dagli anticorpi materni che si ‘trasmettono’ attraverso la placenta. Questa volta però non è stato così – fa notare l’esperto – e l’epidemia che solitamente arriva a dicembre-gennaio è scoppiata con 2 mesi di anticipo. Ce lo aspettavamo perché per un anno e mezzo il virus non ha circolato grazie alle misure anti-Covid . Ma non appena queste misure sono state allentate, i fratellini più grandi sono tornati all’asilo o a scuola, e con una popolazione senza anticorpi il virus ha cominciato a circolare, subito e in anticipo rispetto al solito, e sta dando forme gravi nei piccolissimi“.
La miglior cura al momento è la prevenzione
Non esiste un vaccino specifico contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv – Respiratory syncytial virus), ma Midulla spiega che si stanno sperimentando vaccini per le mamme e terapie con anticorpi monoclonali per bimbi prematuri e fragili come i bimbi cardiopatici. Al momento il deterrente principale resta la prevenzione con le semplici ma importanti misure precauzionali come lavaggio delle mani, le mascherine, il monouso dei fazzoletti da buttare sempre nella spazzatura. Tenere distanti i fratellini e le sorelline più grandi che sono malati. E sempre in relazione ai figli più grandi, bene aspettare che siano guariti del tutto prima di rimandarli a scuola.
I più piccoli fortunatamente non rischiano la vita. La Simri rassicura che nei paesi industrializzati i bimbi non muoiono ma possono subire danni permanenti. Tra questi lo sviluppo di asma quando saranno più grandi, almeno nel 50% dei casi. Complicazioni e costi per la società evitabilissimi seguendo semplici regole igieniche.