Siamo nel 2022 ancora dentro la scia della pandemia. Noi umani possiamo fare poco, atti di fede per chi crede e per tutti atti di responsabilità, come vaccinarsi e rispettare le norme di sicurezza. E’ dura, è difficile ma a ben vedere è molto più facile che cambiare una certa mentalità.
Ci sono eventi provocati dal poco discernimento umano che ci lasciano ancora più perplessi. Ne potremmo citare tanti ma scegliamone uno. Nella notte del venti luglio 2021 a Voghera l’assessore alla sicurezza Massimo Adriatici, e quindi persona con il preciso scopo di garantire la tranquillità dei cittadini ha commesso un omicidio. L’assessore ha raccontato di essere stato aggredito dal 39enne marocchino Youns El Boussettaoui che all’interno di un bar lo ha colpito con un pugno e Adriatici, secondo un testimone, avrebbe preso la mira per poi tirare il grilletto della pistola e ucciderlo.
Docente, assessore e “sceriffo”
Massimo Adriatici oltre al suo ruolo di assessore, è stato un ex funzionario di polizia, un docente di diritto penale, e avvocato penalista noto e stimato in tutta la città. Tutto vero ma in paese viene chiamato “sceriffo”, chi lo conosce bene lo giudica un esaltato, e a Voghera nessuno si è meravigliato per quanto accaduto. Tutto faceva prevedere che Adriatici un giorno quell’arma l’avrebbe usata a sproposito e magari proprio con una persona come Youns El Boussettaoui, uno straniero, emarginato e con problemi mentali. E’ nota la sua antipatia nei confronti dei mendicanti ai quali voleva proibire di esistere per non turbare la sicurezza dei cittadini.
Se un pregiudicato qualunque spara e uccide, suscita biasimo e desiderio di punizione mentre l’assessore sceriffo fa leva sul senso borghese della rispettabilità e lo si deve salvare ad ogni costo, anche se ha ammazzato uno scocciatore disarmato. Lo si vuole giustificare e invece sparare a persone disarmate è male.
Sia ben inteso, da cittadini del mondo ormai da varie primavere abbiamo visto fatti peggiori, eppure come diceva Bertold Brecht, gli avvenimenti piccoli sono il riflesso di grandi drammi. Sorprendiamoci per un omicidio tra i tanti perché rispecchia il controsenso che imperversa sul nostro Paese come un maestrale perenne.
Stupiamoci perché chi ha un bagaglio professionale e umano che permette la ponderazione delle sue azioni e la riflessione necessaria a scongiurare il peggio, viaggia con una pistola in tasca ed è pronto ad usarla al primo pretesto, nei confronti di persone fragili. Perché da anni chi deve dare l’esempio è il primo a disattendere il suo ruolo e forse per questo ottiene il favore di molti. Quando questo accade in un paese cosiddetto civile qualcosa si è guastato o forse non è mai andato come doveva. Ci auguriamo che un fatto del genere non si ripeta nel 2022, sembra poco e invece vorrebbe dire tanto.