Beppe Grillo è arrivato a Roma per rimettere ordine nella prima delle sue aziende, il M5S. Le “calate” romane del comico genovese non indicano mai bassa temperatura. E infatti lo scontro al vertice del Movimento tra Di Maio e Conte e poi la stoccata del Tribunale di Napoli – che ha messo fuorigioco statuto e presidente – indicano per i Cinque Stelle il momento più negativo della storia.
Roma teatro del rilancio 5 stelle
Ma Roma può essere anche il teatro del rilancio, ed è stato ieri quello della pace. Conte si è detto convinto di poter ribaltare la sospensiva che ha azzerato i vertici del M5s mettendo in discussione la sua leadership. E Beppe Grillo è disposto a lasciargli giocare quest’ultima carta legale, con non poche perplessità sull’esito dell’iniziativa, prima di rilanciare con l’azzeramento e ricostituire un comitato di garanzia in grado di votare un nuovo statuto. Ed eventualmente una nuova leadership, che potrebbe avere il volto di una romana come quello, ad esempio, di Virginia Raggi.
Sarebbe questa la dinamica emersa, secondo quanto riferito da fonti autorevoli dei 5 stelle, nelle due ore di confronto fra l’ex premier e il fondatore del Movimento: ultimo e più importante fra i confronti che il comico genovese ha avuto nella sua missione a Roma per cercare la via più rapida per rilanciare il partito dopo uno scossone che ne ha messo in discussione il futuro, possibilmente trovando un punto di caduta che soddisfi tutti, a cominciare proprio da Conte. “Abbiamo fatto una riunione antibiotica per ripristinare il sistema immunitario del Movimento, quindi state tranquilli”, ha detto con il suo solito fare Grillo, uscendo a tarda sera a braccetto con Conte dallo studio di Luca Amato, il notaio di Roma a cui spesso il M5s si è affidato per certificare i propri atti e per risolvere le questioni più complesse. Ma a chi gli domandava se l’ex premier fosse ancora il leader del Movimento, il garante non ha risposto. Ne’ ha detto una parola lo stesso Conte.
Gli incontri di Grillo
Nel pomeriggio Grillo aveva allestito una sorta di ‘caminetto di guerra’ con gli avvocati, che hanno un ruolo chiave in questo momento, poiché l’obiettivo è far ripartire il M5s evitando in futuro altri scogli legali come il ricorso degli attivisti, la causa di questo terremoto politico. Sfumato l’incontro con Roberto Fico, bloccato da un’indisposizione, Grillo ha incontrato gli altri due membri che facevano parte del comitato di garanzia. Prima Di Maio, in un lungo e – si racconta – “positivo” faccia a faccia. E poi l’ex sindaca della Capitale, Virginia Raggi. Quindi, nello studio notarile, è iniziato il confronto con Conte. Alla fine, l’appetito ha avuto la meglio: Conte e Grillo hanno preso due diverse macchine e sono andati a cena ai Parioli, proprio al ristorante Il Caminetto di viale Parioli 89 dove spesso le celebrità della politica, i top manager e i diplomatici che vivono e lavorano nella zona, si finiscono per rifugiare la sera. Anche nella scelta dei suoi luoghi-simbolo il Movimento dimostra il doppio salto carpiato che molti attivisti della prima ora gli rimproverano: alternativi e un po’ corsari alle origini, ora seguono passo passo, nelle abitudini e nei cliché le orme dei partiti moderati della Prima Repubblica.