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venerdì, Giugno 2, 2023

Smart Working, cosa cambia dal 31 marzo

Il 31 marzo scade lo stato di emergenza stabilito il 31 gennaio 2020. Cosa succederà dal primo di aprile? Senza lo stato di emergenza, che permetteva soprattutto nel settore privato un ricorso semplificato allo smart working, tutto si baserà sull’accordo del singolo lavoratore con l’azienda.

Settore privato

Nel settore privato, nel decreto del 17 marzo 2020 era inserito come obbligo ove fosse possibile; ci sono state successiva proroghe, mentre a fine 2021 è stato siglato un protocollo d’intesa tra le parti sociali per il settore privato che prevede il ricorso al lavoro di remoto su base volontaria e con un accordo individuale tra l’azienda e il lavoratore.

Fino al 31 marzo, è prevista una procedura semplificata per il ricorso al lavoro da remoto. Ricordiamo i passaggi: L’accordo, che deve essere in forma scritta, può essere a termine o a tempo indeterminato, può prevedere un’alternanza tra presenza e lavoro da remoto, senza uno specifico orario di lavoro, ma con delle fasce orarie e il riconoscimento del diritto alla disconnessione (il lavoratore ha diritto di non essere disturbato se non è in servizio). Secondo il protocollo non può esserci una riduzione dello stipendio o dei benefit.

Settore pubblico

Nel settore pubblico dal 15 ottobre il lavoro in presenza è tornato a essere la modalità ordinaria. Le linee guida del Ministero della Funzione pubblica prevedono in alcuni casi una adesione su base volontaria e consensuale, ma sarà supportato l’accesso allo smart working a lavoratori in condizioni di difficoltà.

Un sondaggio dice che tra chi ha lavorato da remoto il 14% vorrebbe tornare a svolgere le sue mansioni prevalentemente in presenza, il 53 vorrebbe passare ad un modello di lavoro ibrido ed il 33 vorrebbe continuare l’attività in smart working. Secondo uno studio del Politecnico di Milano nel primo trimestre del 2021 i lavoratori da remoto superavano quota 5 milioni 370.000, sono diventati 4 milioni 710.000 nel secondo trimestre e a poco più di 4 milioni nel terzo trimestre.

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