Il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Guardia di Finanza hanno siglato un protocollo d’intesa con l’obiettivo di tutelare le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Il protocollo, firmato dal Comandante Generale della Guardia di Finanza, Gen. C.A. Giuseppe Zafarana, e dal Ragioniere Generale dello Stato, Biagio Mazzotta, il 17 dicembre presso il Comando Generale del Corpo, muove dalla consapevolezza che un intervento dalla portata epocale, come il PNRR, destinato a essere il volano per il rilancio e la crescita del nostro Paese, richieda la più stretta sinergia tra le Amministrazioni come richiesto anche dal regolamento europeo.
Regolamento europeo contro le frodi sul Pnrr
Il Regolamento europeo, prevede che gli Stati membri debbano adottare ogni iniziativa utile a prevenire e contrastare i casi di frode, corruzione, conflitti di interesse e doppi finanziamenti, lesivi degli interessi finanziari dell’Unione, potenziando del proprio sistema nazionale antifrode.
In Italia all’interno della Ragioneria Generale dello Stato e delle Amministrazioni centrali chiamate a dare attuazione ai progetti e agli interventi, si sono creati organismi di organismi di ascolto e monitoraggio dedicati e, dall’altro, la possibilità,
per queste ultime, di stipulare specifici protocolli d’intesa con il Corpo.
Assume quindi grande importanza il ruolo della Ragioneria Generale dello Stato, con compiti di governo, monitoraggio e controllo dell’impiego delle risorse dell’Unione Europea
, e della Guardia di Finanza, che ha, tra le proprie missioni istituzionali, la funzione di prevenire e reprimere gli illeciti ai danni della corretta destinazione
delle risorse pubbliche.
Quanto alle modalità di collaborazione, è sancita la condivisione – anche mediante l’interoperabilità delle rispettive banche dati – di un importante patrimonio informativo, costituito da dati e informazioni sui soggetti attuatori, realizzatori ed esecutori degli interventi finanziati dal PNRR.
La Gdf può partecipare alla “rete dei referenti antifrode
È previsto, inoltre, che la Guardia di Finanza partecipi, con propri rappresentanti, alla c.d. “rete dei referenti antifrode”, istituita presso la Ragioneria Generale.
Nell’ambito di tale gruppo di lavoro, sarà utile il confronto sulla base delle esperienze maturate sul campo, anche allo scopo di individuare i settori caratterizzati da maggiori rischi di frode, per poter meglio calibrare, contenuti di bandi e/o avvisi pubblici da diramare. In tale sede, saranno concordati le attività di controllo della Ragioneria Generale e delle Amministrazioni centrali.
Questa volta non si vuole in alcune modo che le ingenti somme del Piano non siano sprecate in rivoli illegali e che siano un vero aiuto per il raggiungimento degli obiettivi di crescita e consolidamento economico che il Piano stesso si prefigge.
L’intesa costituisce un unicum in ambito europeo, forse perché il nostro paese è tristemente noto per le truffe a danno dei fondi pubblici, si veda cosa è successo con il reddito di cittadinanza