L’Assessore Patané a margine del XII Congresso della Fit-Cisl Lazio, relativamente alla possibilità che Roma acceda al fondo da 3,7 miliardi è stato chiaro affermando che per accedere al fondo è necessario chiudere il contenzioso con la Metro C.
“L’obiettivo è andare avanti ma affinché queste somme possano essere concesse a Roma […] dobbiamo prima risolvere questo contenzioso. Non è una minaccia ma lo stato dell’arte. Lo dobbiamo risolvere anche per salvare Roma Metropolitane. Quindi risolviamolo, poi potrò chiedere le risorse che il Mit, entro un mese, più o meno, dovrebbe distribuire alle varie città.”
Il contenzioso tra Metro C scpa e Roma Metropolitane è in corso da 8 anni, per la cifra di 750 milioni solo una minima parte di tali somme è stata riconosciuta nei tribunali. Le relazioni tecniche commissionate dai giudici hanno riconosciuto a Metro C scpa, in media, appena il 9% per un totale 70 milioni, a fronte di un’opera dal valore, sino a Clodio, di oltre 5 miliardi.
Un contenzioso tutto interno al Campidoglio
Eppure il contenzioso non è risolvibile prima di accedere al finanziamento perché i tempi sono stretti . La ripartizione dei finanziamenti ci sarà non oltre giugno del 2022. Chiaro che la prima cosa da fare è mettere ordine tra l’amministrazione e la sua partecipata. La convenzione del 2005 tra Comune di Roma e Roma Metropolitane stabilisce i rischi attinenti alla realizzazione delle opere ricadano sulla seconda e anche il più piccolo contenzioso innesca il blocco totale della stazione appaltante.
L’unica soluzione al momento la si potrebbe trovare in un aggiornamento della Convenzione del 2005 come ha fatto il Comune di Milano che con una delibera del 2019 ha stabilito che il “il Comune rimborserà – previa acquisizione di adeguata documentazione – alla Società i soli costi sostenuti a titolo di pretese risarcitorie e/o contenziosi con le imprese appaltatrici”.