Da lunedì 8 novembre sciopero dei netturbini Ama. Sono garantiti soltanto i servizi essenziali per ripulire ospedali, farmacie e caserme. L’adesione allo sciopero si attesta intorno al 40% in un momento in cui si pensava che l’annosa questione rifiuti fosse sulla buona strada.
L’agitazione rende ancora più lente le operazioni di raccolta in un’azienda, dove dopo l’introduzione del Green pass, ci sono già di per sè ci sono meno addetti al ritiro e allo spazzamento dei cassonetti.
I netturbini Ama scioperano per rinnovo del contratto
I dipendenti Ama chiedono un rinnovo del contratto collettivo nazionale che manca da due anni. Secondo CGIL non solo non viene riconosciuta la fondamentale funzione sociale della categoria ma i lavoratori stanno andando incontro a minori diritti, retribuzione e partecipazione ai processi decisionali dell’azienda.
Sul problema della gestione dei rifiuti della capitale, inoltre, i sindacati temono l’ingresso dei privati nel settore come spiega Giancarlo Cenciarelli, segretario generale Cgil funzione pubblica al quotidiano La Repubblica “A Roma si parla della fusione tra Ama, la partecipata dell’Ambiente, e Acea, la ex municipalizzata di acqua ed elettricità che ha fatto scuola in tema di privatizzazioni– scrivono nel comunicato che lancia il presidio- l’esempio a cui si guarda è quello di Hera, la multiutility dell’Emilia Romagna che si occupa di acqua gas raccolta e smaltimento rifiuti in mano ai privati per il 40%“.
I quartieri più penalizzati dallo sciopero
I maggiori problemi si sono registrati a Centocelle, Tiburtino, Prenestino, Tor di Schiavi o il Tuscolano. Stessa situazione al Tufello, a Conca d’Oro o al Quartiere Africano. Torre Vecchia, alla Cassia, a tutta l’area della Flaminia fino al Salario o alla Balduina. Problemi anche nel centro storico e nei quartieri limitrofi come Prati, San Pietro o Trastevere. Lavinia T., Testaccio.