Il papa emerito Benedetto XVI ha ammesso lunedì di aver partecipato a un incontro chiave nel 1980 su un sacerdote tedesco sospettato di aggressioni sessuali su minori, contrariamente a quanto affermato dagli autori di un rapporto incriminante pubblicato la scorsa settimana. In una lettera pubblicata dal suo segretario privato e citata dall’agenzia di stampa cattolica tedesca KNA, Benedetto XVI “vuole chiarire ora che, contrariamente a quanto risulta dal rapporto, ha partecipato all’incontro del 15 gennaio 1980”.
Le dichiarazioni degli autori del rapporto pubblicato il 20 gennaio dallo studio legale Westpfahl Spilker Wastl di Monaco erano “oggettivamente errate” su questo punto, ma Benedetto XVI confuta ogni “malafede”. L’errore, afferma, “è il risultato di un’omissione nella redazione delle sue dichiarazioni”. Si “scusa per questo errore e chiede perdono”.
Benedetto XVI rifiuta ogni responsabilità
Secondo questo rapporto, che elenca più di 400 vittime di abusi nell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga, il cardinale Joseph Ratzinger, prima di diventare papa, era a conoscenza del passato pedocriminale di un sacerdote, Peter Hullermann, anche se lo ha sempre negato. Nel 1980 questo sacerdote, sospettato di gravi abusi su minori, fu trasferito dalla Renania settentrionale-Vestfalia alla Baviera. Tuttavia, secondo il protocollo, citato dalla relazione, durante l’incontro il passato di Hullermann fu evocato ed era presente il vescovo Ratzinger.
Benedetto XVI ammette si la sua presenza, ma sostiene che non fu presa alcuna decisione sull’attribuzione di una missione pastorale al sacerdote interessato e che fu accettata solo la richiesta di fornirgli un alloggio durante la sua terapia a Monaco. Il papa emerito, 94 anni, che vive in isolamento in un monastero vaticano dalle sue dimissioni nel 2013, non ha ancora avuto il tempo di leggere tutto rapporto, ma secondo quanto riferisce il suo segretario privato, rifiuta ogni responsabilità. La Santa Sede, dal canto suo, ha detto di voler approfondire il rapporto, ribadendo “il suo sentimento di vergogna e di rimorso” per le violenze commesse.