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venerdì, Settembre 29, 2023

Roma torni Roma, noi non staremo a guardare

Roma non è stata fatta in un giorno, dice un proverbio americano. Vero. Ma è stata però disfatta piuttosto in fretta. Abbandonata a un degrado senza precedenti, sta provando a capire, come un pugile suonato, se può tirarsi su o dichiararla persa. La città è divisa: le associazioni dei volontari fioccano, il civismo aumenta. Ma altri hanno tirato i remi in barca, hanno venduto la casa e si sono trasferiti altrove. “Il treno per Milano” è uno degli appuntamenti più gettonati della Capitale, la domenica sera. Oltre ventimila persone nate a Roma hanno spostato la residenza in Lombardia negli ultimi cinque anni: è la migrazione interna più importante d’Italia. E per la fascia 30-35 anni i residenti a Roma sono diminuiti del 9,5% tra il 2015 e il 2019, dice il rapporto Censis.

Romani esasperati da anni di malgoverno

Quasi il 10 per cento dei giovani – soprattutto laureati alla ricerca di una prima occupazione – hanno detto il loro “arrivederci, Roma”. Lo stato di salute della Capitale è febbrile, preoccupante. E se ne sono accorti gli amministratori degli ultimi quindici anni, tutti usciti dalla politica di primo piano del Paese – Alemanno, Marino, Raggi – quasi che lo scranno del Campidoglio contenesse una maledizione. Appena compiuti i cento giorni da inizio mandato, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri prova a spezzare quest’incantesimo rovesciato e traccia un primo bilancio della sua amministrazione. Con un cambio di passo innegabile ma ancora non all’altezza delle aspettative: l’approvazione del bilancio, l’avvio di normalizzazione della raccolta sui rifiuti, la nuova governance delle partecipate, i fondi per azzerare le rette dei nidi sono certamente punti a favore. E non sono pochi. Ma i romani, esasperati da anni di malgoverno, non possono accontentarsi.

Città paralizzata da traffico, sporcizia e trasporto pubblico insufficiente

La città è paralizzata da un traffico in continuo aumento, presenta ancora angoli troppo sporchi per qualsiasi standard europeo, è ancora alle prese con un trasporto pubblico locale indegno di una capitale. Ai pochi autobus funzionanti lasciati in circolazione dalla Giunta Raggi, a fine dicembre scorso, ne sono stati aggiunti 70. Un buon inizio, ma ancora tutto al di sotto della soglia di soddisfazione dei cittadini. Sono in forte ripresa gli incidenti di traffico, in particolare a danno delle due ruote. Monopattini, biciclette e scooter fanno i conti con un manto stradale da bombardamento di guerra e un’illuminazione notturna da tana delle talpe; sommata all’inadeguatezza delle piste ciclabili, siamo davanti a un panorama disastroso. La media, informa la Polizia Municipale, è di un morto ogni due giorni sulle strade urbane tra scooteristi e ciclisti. Nel rapporto sulla qualità della vita percepita dai romani – che ogni anno stila La Sapienza in novembre – Roma scivola così al 54mo posto per il 2021. Staccata dalle altre grandi città, non è più in grado di esercitare un ruolo guida nelle public policy nazionali.

Chiave di volta nella cultura

Eppure una chiave di volta c’è, ed è nelle corde stesse della Roma Caput Mundi di cui i romani sognano: nella cultura. Nelle culture. Nella capacità di tornare a pensare in grande come sede delle più importanti manifestazioni artistiche e culturali del mondo. Grandi eventi, concerti epocali, esibizioni clamorose. Mostre uniche. Attrazioni irripetibili. Perché la sua dimensione, storia, capacità non le perdonerebbero niente di meno. Roma torna grande se sa fare Roma. Sa cioè impressionare il mondo. Sfidare la storia. Stupire milioni di turisti che faranno poi di tutto per tornare. Ecco cosa viene da rispondere all’amministrazione che gioisce per aver presentato il bilancio in tempo, o mandato il camion a raccogliere i rifiuti: Bene, avete fatto il vostro dovere. Ma non basta. Qui fare una buona amministrazione significa altro: avere una visione di livello globale, per esempio. Perché Roma non ha un parco attrazioni in città, dove pure le aree disponibili abbonderebbero? Come mai non si arriva a fare un progetto concertato per il nuovo stadio della Roma e il nuovo stadio della Lazio?

Roma Top News non starà a guardare

La capitale con la più alta concentrazione di beni artistici del mondo – stando all’Unesco – non possiede un museo nazionale dell’arte italiana. Ci sono i Musei Vaticani, primo polo museale per biglietti staccati, ma è della Città del Vaticano. A Roma – caso unico in Italia – non esiste un pass turistico che unisce musei e trasporto locale. Non esistono indicazioni che incoraggiano i turisti ad assistere all’Opera, di cui peraltro la stragrande maggioranza dei romani ignora l’indirizzo. I lavori per costruire un grande Acquario sono iniziati con la giunta Alemanno, poi si sono arenati. Chissà perché. Ma il cartello “opening soon” è ancora lì, davanti al Laghetto dell’Eur. Gli esempi potrebbero continuare a lungo. Non così la pazienza dei romani. Roma Top News seguirà luci e ombre della Giunta Gualtieri, senza sconti, chiedendo conto agli amministratori di ogni singola giornata dell’agenda del loro governo.

Aldo Torchiaro
Aldo Torchiaro
Ph.D. in Dottrine politiche, giornalista professionista dal 2005, vive a Roma da dove scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.

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