La notizia che si aspettava per vedere ripartire l’iter per il nuovo stadio della Roma: il club giallorosso ed il Sindaco Roberto Gualtieri si sono incontrati. A fare richiesta formale è stata la società di Trigoria, che ha voluto un colloquio esplorativo con il primo cittadino. Non è stata la prima pietra ma un primo incontro conoscitivo e di cortesia, per prendere contatto.
Per la Roma ha partecipato il nuovo Ceo Pietro Berardi. Per il Comune, oltre al Sindaco, erano presenti il capo di gabinetto Albino Ruberti, l’assessore all’Urbanistica, Maurizio Veloccia, e l’assessore allo Sport, Alessandro Onorato.
La società giallorossa ha ufficialmente comunicato la volontà di costruire lo stadio. Lo scopo di questo primo summit è stato comunicare le reali intenzioni della nuova proprietà: i Friedkin vogliono costruire uno stadio, e solo quello, senza dover effettuare un massiccio intervento sulle infrastrutture pubbliche.
Dunque non si è parlato di aree specifiche dove dovrebbe sorgere il nuovo impianto, che variano da Pietralata, passando per Tor Vergata, fino all’Eur, con una preferenza per l’area dell’Ostiense, ex Mercati Generali e del Gazometro, ma che presenta molti problemi.
E’ stato un incontro sul metodo, come testimoniato da Gualtieri tramite il proprio profilo Twitter: un colloquio definito “positivo per stabilire un pieno rapporto di collaborazione tra Campidoglio e Roma e organizzare un metodo operativo con cui affrontare insieme tanti temi, a cominciare dallo stadio”.
I nodi e gli step del progetto
I nodi della questione per costruire lo stadio di proprietà sono molto intricati e difficili da sbrogliare, come ha dimostrato il naufragio del progetto di Tor di Valle.
La Roma, che ha già commissionato uno studio di fattibilità economico – finanziaria alla società di consulenza e revisione Deloitte, dovrà indicare le risorse con cui vuole procedere, se voglia farsi carico direttamente del progetto o costituire una società ad hoc, e decidere se avvalersi della legge-Stadi come avvenuto per il primo progetto, oppure lavorare con gli strumenti urbanistici ordinari.
C’è poi la questione più spinosa che riguarda trasporti e mobilità, e anche lì la proprietà giallorossa dovrà individuare i tecnici della materia a cui affidarsi.
Definiti questi aspetti preliminari, necessari per iniziare la discussione sulle vere e proprie condizioni che il Comune reputerà essenziali per concedere il via libera, si passerà a stilare un vero e proprio cronoprogramma.