Venerdì, migliaia di insegnanti, presidi e personale ausiliario si sono dati appuntamento a Roma per protestare davanti al Ministero dell’Istruzione. I Comitati Base della Scuola (COBAS), Confederazione Unitaria di Base (CUB) e i Docenti per i Diritti dei Lavoratori hanno preferito non partecipare al corteo proclamato da Flc Cgil, Gilda e Snals contro “l’immobilismo del Governo in materia di Istruzione”. I primi hanno finito la protesta davanti al Ministero alle 12.30, lasciando spazio ai protestanti del corteo.
Divisi ma con gli stessi problemi
Precariato, mancanza di investimenti, classi-pollaio, spostamenti forzati a centinaia di kilometri per lavorare, sono solo alcuni dei problemi che hanno portato gli insegnanti, in strada. Ai vecchi disagi si sono aggiunte le restrizioni create dalla pandemia. L’obbligo vaccinale e la didattica a distanza sono alcune di loro. Insieme ai rappresentanti della scuola pubblica hanno manifestato anche centinaia di studenti perché “vogliono decidere da soli come devono essere spesi i fondi della scuola” come recitavano i cartelli.
Prove generali per il 16 dicembre
La manifestazione di venerdì ha anticipato il grande sciopero nazionale annunciato dai sindacati e riconfermato per il 16 dicembre. Alla manifestazione di venerdì è in programma la partecipazione dei leader sindacali Maurizio Landini e Pier Paolo Bombardieri, segretari generali di Cgil e Uil. “La scuola, soprattutto in questa fase delicata, rappresenta un pilastro essenziale per la tenuta sociale e democratica del nostro Paese, ne rafforza la coesione e la giustizia sociale. Da parte del Governo occorre un segnale di attenzione vero e tangibile. Per questo oggi saremo al fianco di tutte le lavoratrici e i lavoratori che parteciperanno allo sciopero della scuola pubblica”, si legge in un comunicato diffuso alla vigilia della protesta, aggiungendo che “la battaglia delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola fa parte di una più ampia battaglia che tutti insieme stiamo portando avanti contro una manovra insoddisfacente, in particolare su fisco, pensioni, politiche industriali, contrasto alla precarietà del lavoro. Una battaglia che culminerà giovedì prossimo, 16 dicembre, nello sciopero generale di otto ore, proclamato da Cgil e Uil ‘Insieme per la giustizia” hanno sottolineato gli organizzatori.