L’Assessore alla Sanità, Alessio D’Amato ha preso contatti con l’Associazione dei Medici Stranieri in Italia (AMSI) per trovare un punto di incontro favorevole a tutti. Il sistema sanitario regionale ha bisogno di soluzioni concrete per superare anche questa prova.
Nel Lazio mancano 350 medici
Nei giorni scorsi, D’Amato ha sentito telefonicamente Foad Aodi, presidente dell’AMSI, per “condividere un’iniziativa concreta da realizzare nei prossimi giorni per le criticità relative al personale sanitario”. La Regione Lazio è pronta ad applicare le norme previste dal decreto-legge “Cura Italia” e in particolare quelle riguardanti l’assunzione di personale sanitario. Nel Lazio mancano 350 medici di urgenza, altrettanti anestesisti, quasi 1000 infermieri, ma anche medici di base e specialisti. Di fronte alla carenza di professionisti, l’assessore alla sanità si era già dichiarato pronto a “reperire queste figura anche in altri luoghi, se abbiamo difficoltà a trovarle nel nostro Paese”.

I requisiti dei candidati
Ai medici stranieri che intendono lavorare nelle strutture pubbliche del Lazio non è richiesta la cittadinanza italiana, bensì 5 anni di residenza con regolare permesso di soggiorno e la conoscenza della lingua italiana. Devono svolgere già la professione ed essere iscritti ad un Ordine professionale il cui titolo è riconosciuto dallo Stato italiano. Tutti questi requisiti danno il diritto di poter partecipare ai bandi di reclutamento previsti dal Sistema sanitario. Oltre la pandemia, preoccupano i pensionamenti imminenti che non sempre sono seguiti da nuove assunzioni di personale sanitario. L’assessore D’Amato pensa che la Germania potrebbe diventare un modello da seguire perché riesce a reperire i professionisti nei flussi migratori. Anche la Gran Bretagna è riuscita ad arruolare le competenze asiatiche nelle proprie strutture pubbliche.
Anca Mihai