Saranno i primi in Italia e sono quattro gli ospedali romani pronti a mettere in campo la nuova pillola anti-Covid: Spallanzani, San Camillo, Policlinico Gemelli e Umberto I. La pillola sarà disponibile appena arriverà l’ok del ministero della Salute e dell’Aifa. Si tratta della seconda cura disponibile per combattere il virus dopo la terapia già in uso con i monoclonali.
Gli antivirali della pillola impediscono al virus di replicarsi
Questo tipo di trattamento con compresse, di facile somministrazione, è molto atteso e visto come un modo efficace per combattere la pandemia. Nello studio clinico che ha coinvolto 775 persone, il tasso di ospedalizzazione o morte nei pazienti che hanno ricevuto il farmaco è stato del 7,3%, rispetto al 14,1% di coloro che hanno ricevuto un placebo.
Non sono stati osservati decessi nelle persone trattate con la pillola. Gli antivirali agiscono impedendo al virus di replicarsi. La loro applicazione può essere duplice: sia per consentire alle persone già affette dalla malattia di non soffrire di sintomi gravi, ma anche a chi è stato a stretto contatto di non svilupparla.
Le grandi case farmaceutiche stanno lavorando sulla pillola anti-Covid
Altri laboratori stanno lavorando su antivirali in compresse, come il biotech Atea Pharmaceuticals e il laboratorio Roche, che stanno studiando l’efficacia di un trattamento comparabile, chiamato AT-527.
Il laboratorio Pfizer ha annunciato lunedì di aver avviato una sperimentazione clinica su larga scala per la propria pillola anti-Covid, per testare la sua capacità di ridurre preventivamente il rischio di infezione nelle persone intorno a una persona che ha contratto la malattia. Sarà somministrato in combinazione con una “bassa dose” del farmaco Ritonavir, usato contro il virus dell’AIDS.