Marco Doria, il presidente del Tavolo per la riqualificazione dei Parchi e delle Ville Storiche di Roma Capitale è nuovamente bersaglio di minacce. A giugno aveva trovato un ordigno rudimentale nella sua auto, questa volta l’intimidazione è ugualmente pesante ma più macabra. Al cancello della sua abitazione nel quartiere Prati, era posizionata una piccola bara con il suo nome.
Con un post su facebook Doria racconta la vicenda: “È stata rinvenuta dalla scorta sul cancello della mia abitazione una bara di 20 cm con scritto sopra il mio nome. Sono stati fatti tutti i rilievi del caso dai carabinieri del Nucleo Operativo. Si tratta di un gesto vigliacco e minaccioso“.
Marco Doria non si fa intimidire “non arretro di un millimetro”
“Io non arretro di un centimetro, non mi intimidiscono per niente. Saranno tutti perseguiti, uno a uno, e non mi fermerò davanti a nulla. Se saranno condannati a pagare devolverò tutto in beneficenza“. Questa la risposta di Doria che da anni è sottoposto ad attacchi e minacce. Marco Doria, attualmente sotto scorta, principe discendente dall’antica casata romana, è sottoposto a intimidazioni a causa del suo impegno nel denunciare l’occupazione di edifici storici a Villa Pamphilj e il danneggiamento di statue e fontane.
La prima minaccia per Doria arrivò il 22 giugno 2018. Quando in perlustrazione a Villa Pamphilj trovò le gomme dell’auto forate e una croce di legno sul parabrezza. Nella primavera del 2019, invece, gli hanno lasciato sul cofano un colpo di mortaio inesploso. Poi è stata la volta di Diablo il suo rottweiler morto nel 2020 dopo aver mangiato un wurstel pieno di chiodi che sarebbe stato lanciato nel giardino del principe. Poi, ancora, un proiettile calibro 38 con la punta intagliata a croce trovato in macchina e una cimice artigianale in auto.
