Raccontare un qualcosa che va oltre la semplice malattia. Vedere l’Alzheimer con occhi diversi: gli occhi dell’amore. L’amore delle persone che ne sono affette verso i propri cari, che neanche riconoscono, ma verso cui sentono un forte legame. L’amore dei familiari, degli amici, dei figli che gli sono accanto e che vivono insieme a loro il dolore della malattia.
Tutto questo è il nuovo film di Paolo Ruffini PerdutaMente: un viaggio nel duro mondo dell’Alzheimer, in cui l’attore che tutti conoscono come comico, diventa anche regista a fianco dei veri protagonisti del film: le persone che sono affette da questa malattia e soprattutto coloro che sono intorno a loro e lentamente vedono scomparire la mamma, la moglie, il fratello che conoscevano.
I ricordi se ne vanno, i movimenti si fanno più complessi, la mente si annebbia, eppure l’amore resta e si rivela più forte della malattia.
Non si guarisce dall’Alzheimer. Non si guarisce dall’Amore
Insieme alla co autrice Ivana Di Biase e ai co produttori Nicola Nocella – Antonino Moscatt e Angelisa Castronovo, Ruffini ha compiuto un viaggio in giro per l’Italia per conoscere e intervistare le persone affette dal morbo di Alzheimer e i loro familiari, definiti le “seconde vittime” dell’Alzheimer, che si trovano ad affrontare un carico fisico ed emotivo enorme accompagnando i propri cari attraverso il doloroso cammino della malattia. Anziani e giovani, uomini e donne in lotta contro un morbo da cui ad oggi non è possibile guarire, tuttavia è possibile curarla, prendendosi cura di chi si ama. Infatti l’unica cura possibile è l’amore.

Il film che uscirà non a caso il giorno di San Valentino, è stato presentato in anteprima al Cinema Eden di Roma ad una conferenza stampa a cui sono intervenuti i due autori Paolo Ruffini e Ivana Di Base, insieme ai i produttori e ai rappresentanti della distribuzione Luce Cinecittà.
“Quando ho iniziato a lavorare a questo film credevo che l’Alzheimer fosse soltanto una persona anziana che dimentica dove sono le chiavi- spiega Paolo Ruffini- quando invece Ivana mi ha detto che stavano arrivando storie di fratelli, di persone giovani, di ragazzi, ho dovuto sradicare l’idea che l’Alzheimer fosse una malattia di anziani e che può colpire chiunque”.

“Senza rendercene conto abbiamo iniziato a seguire l’amore che andava oltre la malattia. Il fatto che l’uscita sia prevista per San Valentino sta proprio a sottolineare il vero tema di questo film. L’amore: l’amore di un marito verso sua moglie e viceversa, l’amore di un fratello, l’amore di una nipote che teme che il nonno non la riconosca più- aggiunge Ivana Di Biase- ho imparato che perdere la memoria significa perdere le tracce di te stesso e spero davvero che questo film arrivi a mostrare una realtà che non si vede”.
I testimoni del film: non c’è aiuto nelle case dei malati
Insieme ai produttori e agli autori, sono intervenuti anche alcuni testimoni del film, che hanno raccontato le storie dei loro parenti afflitti dal morbo di Alzheimer, di cui alcuni sono scomparsi di recente, che hanno voluto raccontare la realtà di quella che a molti sembra solo perdita di memoria:
“Non c’è aiuto nelle case dei malati di Alzheimer– spiega il Sig. Raimondo, marito di una delle donne malate nel film- Come può un pensionato assumere un aiuto a tempo pieno? È una malattia che prende tutta la vita: non vivi più, non dormi più, non hai interessi, non hai amicizie; aiutare la persona malata assorbe tutta la tua energia”.

E poi un appello allo Stato:
“Ho avuto le cose che mi servivano: letto, sedia a rotelle, ma avrei avuto bisogno di un po’ più di aiuto. Lo Stato a mio parere dovrebbe risparmiare per fornire assistenza giornaliera, soprattutto verso le ultime fasi della malattia”.
Il film uscirà nelle sale il 14-15-16 Febbraio. È inoltre prevista una collaborazione con Sky e sicuramente una seconda uscita al cinema con una permanenza più lunga.