Domenica pomeriggio la protesta degli studenti per la morte di Lorenzo Parelli, 18 anni, si è trasformata in momenti di tensione in Piazza della Rotonda davanti al Pantheon. I tafferugli sono cominciati quando circa duecento giovani, fra studenti e antagonisti, nonché ragazzi appartenenti ad alcuni centri sociali, hanno tentato di sfondare il cordone delle forze dell’ordine per tentare di organizzare un corteo verso Montecitorio.
Il corteo verso Trastevere
Gli agenti hanno respinto i manifestanti non autorizzati dalla Questura a organizzare un sit-in che fra gli altri argomenti era stato indetto in segno di solidarietà per la morte di Lorenzo Parelli, il diciottenne friulano morto schiacciato da un tubo nell’ultimo giorno di stage del progetto di alternanza scuola-lavoro in un’azienda meccanica per la fabbricazione di bilance stradali a Lauzacco di Pavia, in provincia di Udine. C’è stata una breve carica di alleggerimento, e fra i manifestanti ci sarebbero stati tre ragazzi contusi, anche se non c’è la conferma ufficiale.
Il corteo verso Viale Trastevere
La Digos indaga per identificare i responsabili del tentativo di forzare il blocco della polizia, dopo l’accensione di alcuni fumogeni, anche attraverso le immagini girate dagli agenti della Scientifica. Dopo gli incidenti, ai ragazzi in sit-in è stato comunque concesso di sfilare in corteo fino al ministero dell’Istruzione in viale Trastevere, sempre con la scorta delle forze dell’ordine. Un momento che non ha invece fatto registrare incidenti prima dello scioglimento dell’iniziativa.
Gli organizzatori parlano di feriti
Maurizio Acerbo, il segretario nazionale di Rifondazione Comunista scrive sul suo profilo Facebook che gli studenti sono stati manganellati. “Il presidio davanti al Pantheon di centinaia di studenti per protestare dopo la morte del diciottenne Lorenzo Parelli è stato caricato pesantemente dalla polizia. Due studenti feriti pesantemente alla testa colpiti dai manganelli.
È questa la risposta del governo Draghi a ragazze e ragazzi indignati per la morte di un coetaneo. Nostri militanti sono in piazza con gli studenti e ci hanno comunicato cosa sta accadendo. Auspichiamo che la protesta si allarghi perché non si può morire di scuola e lavoro“, racconta Acerbo.