Giovedì 13 gennaio un uomo di 74 anni è stato investito sul Lungomare Lutazio Catulo all’altezza dello stabilimento Kursaal. Per il pedone non c’è stato nulla da fare, è deceduto sul posto, ma il comitato Laboratorio Urbanistica accusa il Dipartimento Mobilità e Trasporti di Roma Capitale di inerzia nei confronti degli abitanti di Ostia che hanno segnalato più volte la pericolosità delle strade.
La dinamica dell’incidente
L’intervento degli agenti del X gruppo Mare della polizia locale di Roma Capitale intorno alle 8:30 del 13 gennaio, all’altezza del civico 40 del lungomare, poco distante dalla rotonda che immette su via Cristoforo Colombo. Qui la vittima, un 74enne italiano, è stata investita da una Mini Countryman condotta da una donna italiana di 59 anni, fermatasi a prestare i primi soccorsi. Nonostante l’atterraggio dell’eliambulanza per l’anziano però non c’è stato nulla da fare.
Manca la disciplina del traffico
Il comitato cittadino LabUr ha commentato la tragedia sul prorio profilo Facebook. “Dopo l’anziano 74enne travolto oggi sul lungomare di Ostia, quanti morti ancora dobbiamo contare prima che, a seguito della illegittima pista ciclabile, sia istituita la definitiva disciplina di traffico (in sostituzione della attuale “provvisoria”)? È compito di un distratto e colpevole Dipartimento Mobilità e Trasporti di Roma Capitale (e non del municipio) che da 3 mesi, dopo continue segnalazioni di LabUr, non interviene. È scritto chiaramente nel provvedimento del Gruppo X Mare del Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale (d.d. n.rep. VO/1132/2021 del 13/10/2021) che, inoltre, impone che la sedicente pista ciclabile deve, da ora fino a definitiva disposizione, essere vietata al transito dei velocipedi mediante apposizione di appropriata segnaletica stradale da parte del Municipio Roma X.” LabUr vuole chiedere con urgenza l’intervento del Prefetto affinché vengano ristabilite le condizioni di garanzia della pubblica e privata incolumità sul lungomare di Ostia, dove vige da 2 anni un provvisorio limite di 30 km/h per dissesto del manto stradale, in parte però sostituito da una pista ciclabile illegittima costata 3 milioni di euro.