Ci siamo commossi per una storia che è lo scenario ideale di un film drammatico. Una donna con il suo autobus salva un bambino mentre la notte sta svanendo. Un bambino solo, in pigiama che piange in mezzo ad una strada. Una storia vera che ha intenerito e commosso il web.
Il fatto è accaduto davvero alle 5.50 del mattino a Roma mentre Monia autista Atac stava raggiungendo il capolinea di via Marmorale alla guida della linea 86. Il bus era vuoto. Mentre sta per arrivare vede un bambino. Il piccolo è in mezzo alla strada, in pigiama e piange disperato chiedendo aiuto. Monia ha frenato ed è scesa senza pensarci due volte. Lo abbraccia e lo porto sul bus. Il piccolo è bagnato e infreddolito, cerca la sua mamma. Apre l’aria calda del suo bus e lo riscalda.
Il piccolo è fuggito all’insaputa della mamma
Il bambino è confuso e per primo non capisce perché si trova sul bus con Monia. Dice di avere 5 anni e indica una via. A Monia non resta che chiamare i carabinieri mentre il piccolo si distrae giocando con tutti i pulsanti e le lucette del cruscotto del bus n.86. Fortunatamente pochi minuti dopo arrivano le forze dell’ordine e la mamma e la nonna del bambino le due donne raccontano che il piccolo ha fatto tutto da solo. Si è e svegliato ha inforcato la porta ed è sceso in strada per una passeggiata mattutina. Ma tutto è bene quel che finisce bene. Alzi la mano chi non ha tirato un sospiro di sollievo quando ha letto il finale.
Tanti bambini infreddoliti e soli non trovano Monia e nessuno li cerca
Una storia finita bene, nel migliore dei modi per questo bambino romano, nato nella parte fortunata dell’emisfero. Ma viene da pensare alle migliaia di bambini che sono al freddo, in pigiama nella notte, disperati senza nessuno che li scaldi e li salvi. Non tratteniamo il fiato quando leggiamo le loro terribili vicende e non tiriamo un respiro di sollievo quando si salvano.
A Lampedusa nelle ultime ore sono sbarcati ben 15 minori non accompagnati che hanno fatto un viaggio della speranza in condizioni raccapriccianti tra indicibili sofferenze.
Il neonato di due mesi lanciato come un pacco ai soldati americani dai genitori per salvargli la vita, si è smarrito come il bagaglio a mano di un volo di linea. Per non parlare della foresta degli orrori tra Polonia e Bielorussia dove i bambini stazionano al gelo. E’ notizia di qualche giorno fa di un piccolo di un anno morto di freddo, ritrovato da solo nel bosco. E ancora quanti e quante situazioni potremmo raccontare, tante che non basterebbe un libro. Un libro che racconta dei minori, figli di un Dio Minore che non scappano, ma sono costretti a scappare senza che nessuno vada a cercarli quando inevitabilmente si perdono. Per loro non c’è Monia, non c’è un bus Atac, non c’è una platea che si commuove. Le loro storie non ricevono neppure più il nostro doloroso stupore.