Paolo Moroni, l’ingegnere informatico 43enne che giovedì è stato trovato morto nell’appartamento che aveva comprato recentemente ad Amsterdam. Originario di Allumiere, un borgo sui monti della Tolfa, a 90 chilometri da Roma, era partito alla volta di Amsterdam l’8 gennaio scorso
Da giorni i familiari di Moroni non avevano notizie del loro congiunto. I genitori e i fratelli pur chiamandolo non riuscivano a mettersi in contatto con lui e hanno quindi deciso di mettersi chiamare con l’amico americano con lui ad Amsterdam. L’amico si è recato a casa di Moroni ma nessuno gli ha aperto la porta e a quel punto ha chiamato la polizia.
Vittima di un crimine
Gli investigatori di Amsterdam nel verbale hanno giudicato che l’italiano “è stato vittima di un crimine ” ed è questo il messaggio che hanno inviato all’ambasciata italiana a L’Aia. Nei prossimi giorni esattamente tra il 31 gennaio e il primo febbraio sarà eseguita l’autopsia, che potrà dare indicazioni su quello che al momento ha tutti i canoni di un giallo da risolvere. Secondo i familiari nessuno voleva uccidere l’ingegnere che non aveva nemici. I familiari hanno nominato un loro legale che sua volta ha nominato un consulente olandese, anche se per legge i periti di parte non possono presenziare all’autopsia. L’avvocato dei Moroni comunica di non avere altre informazioni perché la polizia olandese non ne fornisce. Il legale e la famiglia sperano che questo derivi dal fatto che hanno dei sospetti e stanno seguendo una pista .
Sentito l’amico americano
La polizia olandese ha ascoltato l’amico americano che li ha allertati. Altra fonte di informazione e indizi le telecamere nel palazzo dove abitava Moroni. sicuramente dalla visione del filmati si potrà risalire a coloro che sono entrati nel palazzo dove l’ingegnere è stato trovato cadavere. Gli agenti hanno chiesto agli abitanti della zona di far sapere agli inquirenti se hanno notato persone o auto sospette nelle vicinanze del palazzo loro e ad inviare eventuali video fatti quel giorno.