La regista italiana premio Oscar, Lina Wertmüller, si è spenta giovedì, a Roma, all’età di 93 anni. La camera ardente, allestita in Campidoglio venerdì, ha permesso agli amici e ammiratori a porle l’ultimo saluto. Un pensiero muto di ammirazione gliela portato anche Nunzia Lanza, 60 anni. La donna, originaria di Catania ha attraversato la Capitale sotto la pioggia per vedere la regista per l’ultima volta.
Lina Wertmüller, l’ultimo genio popolare
La pioggia battente non ha fermato Nunzia che, una volta chiuso l’ombrello rosso all’ingresso della Sala della Promoteca del Campidoglio, ha cambiato il registro dei pensieri. Il controllo del green pass l’ha richiamata, per un attimo, alla realtà. Una volta superato il presidio dei vigili, Nunzia ha notato il grande schermo con le scene dei film di Lina con sottotitoli in inglese. Al centro della sala, il feretro aperto mostrava la regista premio Oscar, minuta e serena, pronta per il lungo sonno. Il velo bianco, trasparente, non le nascondeva gli occhiali con la montatura bianca, gli stessi che indossa nelle foto sorridenti di quando era in vita. Nunzia, guardando le rose bianche e rosse che circondavano la camera ardente, ha pensato a quante volte Lina Wertmüller era stata elogiata. Secondo lei, troppe poche volte. Il genio irripetibile della regia non ha trovato lo spazio che meritava fino alla fine. Aldilà dei riconoscimenti internazionali, Lina Wertmüller parlava con la sua arte, del popolo e al popolo. Usava la macchina da cinepresa come una lente per ingrandire i problemi sociali e, una volta analizzati, li rimetteva sotto una luce nuova, come se stesse dando soluzioni. E Nunzia, che studia recitazione per diletto, non ha trovato il talento di Lina Wertmüller in nessun altro regista. “Conosco i suoi film perché andavo al cinema, da ragazza. Mi dispiace che il suo genio non è stato apprezzato a dovere e mostrato alle nuove generazioni. I film come i suoi non li vedi programmati, in televisione, in prima serata. Chi, come me, ha vissuto gli anni dell’industrializzazione, il divario tra Sud e Nord, vede nelle produzioni di Lina Wertmüller pagine del proprio libro della vita”, racconta Nunzia commossa.

Il cordoglio degli amici e parenti
Nunzia avrebbe voluto firmare il libro dei saluti ma si è fermata davanti alle calligrafie importanti come quella di Mara Vernier o Veronica Pivetti. Gli amici e i parenti di Lina Wertmüller le hanno portato tutti un omaggio nel corso dell’apertura della camera ardente. Il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri e il ministro della Cultura, Dario Franceschini hanno portato le condoglianze istituzionali alla figlia di Lina, Maria Zulima Jobs e al nipote Massimo Wertmüller. Presenti alla commemorazione sono stati anche la scrittrice Dacia Maraini, il sociologo Domenico De Masi, il regista Ciro Ippolito, gli attori Milena Vukotic, Yari Galiucci. Davanti a questi nomi, Nunzia Lanza non poteva firmare il libro del cordoglio ma sente lo stesso che con la dipartita di Lina Wertmüller si è chiuso un capitolo della cinematografia italiana. I funerali si svolgeranno sabato, 11 dicembre alle 11.30 presso la Chiesa degli Artisti.