La Giunta Capitolina ha approvato il rinnovo del Protocollo d’Intesa biennale con il Vicariato di Roma sottoscritto nel 2020, garantendo così continuità nell’assegnazione e la destinazione delle monetine raccolte nella Fontana di Trevi. Lo schema di protocollo di intesa stipulato con il Vicariato è stato predisposto dal Dipartimento Politiche Sociali al fine di destinare le monete raccolte alla realizzazione di opere di natura socio – assistenziale per l’accoglienza, l’inclusione e la salute delle fasce più svantaggiate della popolazione.
I soldi alla Caritas
Grazie ad un accordo negli anni ’90 tra la Giunta Rutelli e don Luigi Di Liegro, i soldi raccolti dalla fontana vanno nelle casse della Caritas. Per evitare i saccheggi ma anche la rovina della Fontana di Trevi, il monumento e sorvegliato permanentemente dai Vigili Urbani. Sempre loro seguono le operazioni di raccolta delle monetine lanciate dai turisti. L’operazione avviene da tradizione di buon mattino con delle pompe, a monumento transennato e chiuso al pubblico. Si parla di una media di tremila euro al giorno, per oltre un milione all’anno, secondo i dati forniti dallo stesso ente cattolico. I soldi sono destinati alle opere benefiche a favore dei bisognosi.
La fontana ricca famosa e generosa
Il lancio della monetina è divenuto ormai un classico per chi visita Roma. Recarsi alla Fontana di Trevi e lanciare nella vasca centrale una monetina è un dovere. Questa tradizione deve essere compiuta mettendosi di spalle con la mano destra sulla spalla sinistra e con gli occhi chiusi. Se girandosi velocemente, una volta lanciata la monetina, si riesce a fermare con lo sguardo l’attimo in cui la monetina tocca l’acqua, sicuramente si farà ritorno a Roma. Quello che i turisti non sanno, è la destinazione dei soldi. Il lancio della monetina, più che un richiamo alla fortuna per se stessi, è un piccolo gesto solidale.