Il volume “La città di Roma in 501 luoghi” di Claudio Colaiacomo edito da Newton Compton svela leggende e tradizioni che molti non conoscono. Per scoprire una Roma come non l’avete mai vista consigliamo vivamente la lettura di questo libro.
Tra le curiosità , la diceria che vuole la tomba dell’imperatore più discusso di Roma, Nerone, sia presso il muro alle spalle del Pincio e al confine con villa Borghese, noto come muro Torto. Il luogo trasmette una sensazione tetra, il sole non vi arriva mai e si respira un’atmosfera oscura dovuta anche alla fitta vegetazione e alla posizione infossata. Un sito al quale la superstizione popolare ha sempre attribuito leggende macabre.
Nerone si aggira ancora nei paraggi
La cosiddetta toma di Nerone sulla Cassia in realtà è un “fake” perché è certo che la lastra di marmo visibile sulla Cassia è il sepolcro di Publio Vibio Mariano vissuto nel nella prima metà del III sec. d.C.; un militare poi approdato ad incarichi politico-amministrativi. Il sepolcro, nel passato erroneamente chiamato Tomba di Nerone ospita Vibio Mariano e sua moglie Reginia Massima e fu fatto erigere dalla figlia della coppia, Vibia Mariana Massima.

Per avere una certezza sulla tomba di Nerone occorre aspettare una carta topografica del 1593 dove si attesta che la tomba di Nerone si trova nei pressi del muro torto. E corre voce che lo spettro dell’imperatore vaghi nella zona ancora oggi. La leggenda vuole che sulla sua tomba fosse cresciuto un pioppo sui rami del quale si appollaiavano orribili corvi, che in realtà erano i demoni. Papa Pasquale II nel 1099 fece tagliare l’albero ed esorcizzò il luogo per fare costruire nella zona, la chiesa di Santa Maria del Popolo.
Nell’ottocento il muro fu cimitero sconsacrato
Nel XIX secolo quest’area divenne zona sconsacrata e vi furono sepolti criminali, vagabondi ed emarginati. Nel 1825 toccò ai due carbonari Targhini e Montanari accusati di tentato omicidio e decapitati in piazza del Popolo. La tradizione intrisa di fantasia popolare vuole che i due si aggirino al pari di Nerone sotto al muro con la testa tra le mani. Addirittura ai coraggiosi che riescono ad avvicinarli danno anche i numeri da giocare al lotto.
Una fama funesta suffragata anche da quello che accadde agli inizi del 900 quando il muro Torto fu eletto luogo d’elezione per tutti gli aspiranti suicidi che vollero togliersi la vita lanciandosi dal Pincio. Questa triste usanza diventò un’abitudine tanto che il comune dovette installare delle reti, che possiamo vedere ancora oggi, per far finire il macabro volo di coloro che volevano farla finita. Non c’è da meravigliarsi quindi se ancora oggi qualcuno grida al fantasma. Pare che in zona ce ne siano parecchi.