Una delle più grandi registe italiane, Lina Wertmüller, si è spenta giovedì, 9 dicembre all’età di 93 anni. La notizia è stata data sui social da un amico di famiglia. I suoi film come “Mimì metallurgico ferito nell’onore” o “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” hanno fato la storia del cinema italiano del Dopoguerra. Nel 2020, Lina Wertmuller ha ricevuto l’Oscar alla carriera.
La camera ardente di Lina Wertmüller sarà aperta in Campidoglio presso la Sala della Protomoteca domani, 10 dicembre, dalle ore 10.00 alle ore 20.00.
La prima donna candidata all’Oscar come migliore regista
Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich, nota comunemente come Lina Wertmüller è nata a Roma nel 1928. Scrittrice, regista e sceneggiatrice italiana, Lina è stata la prima donna nella storia ad essere candidata all’Oscar come migliore regista, per il film “Pasqualino Settebellezze“. Nel 2020 le è stato assegnato il Premio Oscar onorario alla carriera. Esordisce sul grande schermo come segretaria di edizione in “…e Napoli canta!” di Armando Grottini (1953). In seguito diventa aiuto regista di Federico Fellini nelle pellicole “La dolce vita” (1960) e “8½” (1963).
Il successo di Lina Wertmüller
Raggiunge da subito il successo come regista nel 1963 con “I basilischi“, amara e grottesca narrazione della vita di alcuni poveri amici del sud Italia. La pellicola le porto il premio Vela d’argento al Locarno Festival. Nel 1968 dirige un western all’italiana sotto lo pseudonimo Nathan Witch: “Il mio corpo per un poker” con Elsa Martinelli. Nella seconda metà degli anni sessanta nasce la sua collaborazione con l’attore Giancarlo Giannini, che è presente nei suoi grandi successi “Mimì metallurgico ferito nell’onore” (1972), “Film d’amore e d’anarchia” Ovvero “Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…” (1973). Seguono poi “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” (1974), “Pasqualino Settebellezze” (1976), “La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia” (1978) e “Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici“(1978).
Talento e carattere
Le è sempre stato chiesto com’era il lavoro dietro una macchina da cinepresa in quanto donna. In risposta, Lina Wermuller ha sottolineato che il talento è l’unico parametro che conta in questo mestiere: «Me ne sono infischiata. Sono andata dritta per la mia strada, scegliendo sempre di fare quello che mi piaceva. Ho avuto un carattere forte, fin da piccola. Sono stata addirittura cacciata da undici scuole. Sul set comandavo io. Devi importi. Gridavo e picchiavo. Ne sa qualcosa Luciano De Crescenzo durante le riprese di Sabato, domenica e lunedì con Sophia Loren. Non faceva altro che gesticolare con l’indice di una mano e così per farlo smettere gli “azzannai” il dito»