Sit-in a Roma ieri contro l’impoverimento del Servizio sanitario nazionale, che sta portando alla perdita del primo servizio fondamentale per ogni cittadino: il pronto soccorso. Dal 2019 le emergenze aumentano, per un’emergenza ogni 90 secondi, eppure la capacità di accoglienza dei pronto soccorso si sono ridotte. Mancano all’appello 4.000 medici vale a dire il 30% della struttura per rendere operativi i Pronto soccorso.
Subita perdita netta di 2000 medici
I medici e gli infermieri sono scesi così in piazza Santi Apostoli per sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto sta avvenendo. Afferma il presidente nazionale Simeu, la Società italiana di medicina d’emergenza-urgenza Salvatore Manca -. Ma siamo arrivati in fondo ”Non sappiamo come potremo affrontare l’inverno – Solo negli ultimi due anni, dall’inizio della pandemia, abbiamo subito una perdita netta complessiva di circa 2.000 medici. Questi numeri ci indicano che ogni due professionisti che abbandonano troviamo una sostituzione solo per uno di essi. Viviamo ormai in un perenne stato di allerta e ogni giorno è peggiore di quello precedente”.
La crisi dei Pronto soccorso
Il personale medico che opera nei pronto soccorso sta vivendo un momento di profondo disagio dato che sono i primi a pagare le carenze professionali, umane e strumentali di questi avamposti della sanità. Attese infinite per un posto letto, strutture inadeguate e le difficoltà legate a personale numericamente insufficienti fa si che i professionisti del pronto soccorso siano trattati con indifferenza. Nessuno pone rimedio ai loro problemi che sono molti e di vitale importanza. Da qui la protesta