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venerdì, Settembre 29, 2023

Conte sospeso, scossoni per la politica capitolina

Il terremoto che ha gettato nello scompiglio il Movimento Cinque Stelle, con la sentenza di Napoli che congela i poteri di Conte e non ne riconosce la leadership, si riverbera su Roma. Il M5S entra in fase di fibrillazione, con gli esponenti romani più vicini a Conte che improvvisamente tacciono e quelli fedeli a Di Maio che riprendono la scena.

Diventa illegittima la nomina di Paola Taverna

Paola Taverna, unica vice presidente romana del Movimento – fino a ieri – decade con Conte: anche la sua nomina risulta illegittima. E su un altro romano eccellente del Movimento della prima ora, Alessandro Di Battista, aleggia qualche sospetto: uno dei tre ricorrenti che a Napoli hanno adito le vie legali, riuscendo a mettere uno stop al mandato di Giuseppe Conte, è l’amico e fedele sostenitore di Di Battista, Steven Hutchinson (madre napoletana, padre americano). Il dissidente posta foto e video con Di Battista, a indicare il permanere di uno stretto legame. E di Virginia Raggi, di cui non si hanno notizie da lunedì, c’è da dire che il ricorso vinto dagli anticontiani va a suo diretto vantaggio. In che senso, è presto detto: i ricorrenti hanno inficiato lo statuto attuale, quello riformato da Conte. E hanno imposto il ritorno dello statuto precedente, che tra l’altro non prevedeva la figura del Presidente, mentre valorizzava il Comitato di Garanzia. Non ne possono fare parte parlamentari in carica, dunque si torna ad aprire uno spazio di primo piano nazionale per l’ex sindaca. Che guarda al Campidoglio muovendo le sue truppe in aula Giulio Cesare con sempre maggiore incisività.

Sono volati stracci

Le fibrillazioni interne al Movimento si tramutano sempre di più in scossoni per la politica capitolina. Nelle ultime 24 ore, infatti, i toni si sono alzati più che mai prima d’ora. E soprattutto sono volati gli stracci tra M5S e Pd, come davvero mai si era visto, a Roma.

Ha iniziato a caricare a pallettoni la consigliera del Partito democratico in Campidoglio, Giulia Tempesta, replicando al consigliere capitolino del M5s, Paolo Ferrara, che ha definito fallimentare il piano di pulizia straordinario della città avviato dal sindaco Gualtieri. In una nota Tempesta spiega: “Paolo Ferrara nelle sue deliranti dichiarazioni descrive una città che non esiste. O meglio, descrive benissimo la condizione in cui versava Roma fino a qualche mese fa: una città in cui le immagini dei cumuli di rifiuti facevano il giro del mondo, una città in cui non veniva effettuata la manutenzione del verde e la potatura degli alberi, una città abbandonata a sé stessa. Ci vuole davvero la sua faccia tosta per accostare la parola fallimento a questa amministrazione dopo 5 anni di nulla. Roma piano piano sta alzando la testa, i primi risultati del lavoro di Gualtieri e di questa giunta sono già sotto gli occhi di tutti. Di tutti, tranne quelli del consigliere Ferrara che, evidentemente, ha nostalgia della vecchia amministrazione abituata a risolvere i problemi, come lui stesso ricorderà bene, con photoshop“.

Il PD prende le distanze dai 5 stelle

 E il Pd ha fatto fuoco di sbarramento anche sulle parole ostili del consigliere capitolino grillino Daniele Diaco. Se ne è occupato il capogruppo della lista Civica Gualtieri in Campidoglio, Giorgio Trabucco, rispondendo alle affermazioni “false e poco sensate” di Diaco sullo skatepark di Colle Oppio. In una nota Trabucco spiega: “Lo skatepark riprenderà vita, ma bisogna trovare un modello di gestione e sorveglianza, altrimenti gli spazi pubblici attrezzati sono destinati a essere vandalizzati. A differenza della giunta Raggi siamo abituati ad agire coi fatti e, soprattutto, a farlo per bene, affrontando i problemi e risolvendoli”. Quisquiglie? Polemicucce strumentali? Sì, senz’altro. Ma tutti indicatori chiari di una tensione altissima, di una contrapposizione anche verbale senza esclusione di colpi tra due partiti che a livello nazionale si pregiano di essere coincidenti e concordi in tutto e per tutto, mentre in Campidoglio se ne danno di santa ragione.

Reazione di Zingaretti

Interessante anche leggere tra le parole di Nicola Zingaretti. Ieri, nella giornata nera dei Cinque Stelle, a loro non ha rivolto uno sguardo. È andato invece a portare il suo saluto al partito di Carlo Calenda, per il congresso regionale di Azione: il suo è stato un lungo “plauso alla loro iniziativa riformista, e da qui nasca una serie di nostri appuntamenti”. Detto dall’ex segretario nazionale dem ai più acerrimi nemici del governo Conte e dei Cinque Stelle, non è cosa che possa passare inosservata. C’è un cambio di strategia in vista? La sensazione che quella dei Cinque Stelle sia una vicenda che va verso il capolinea? In questi anni – ha rivendicato Zingaretti – nessuno ci ha regalato niente. Abbiamo compiuto scelte consapevoli insieme. E ‘stata la storia di un decennio riformista, perché eravamo in tante e in tanti, ma appunto uniti. Ecco perché credo che la presenza di Azione sia e sarà importante. Ci attendono scelte da far tremare i polsi nei prossimi anni, avremo a disposizione 15 miliardi di investimenti. Ecco perché sono convinto che le scelte migliori, siano quelle che arrivano in modo trasparente e condiviso. Il congresso regionale di Azione è dunque importante perché il partito di Carlo Calenda si organizza per cambiare le cose. Lo interpreto come il primo di una serie di appuntamenti”. Chissà invece cosa ha pensato Goffredo Bettini, ieri. L’ultimo garante dell’asse con Giuseppe Conte non ha proferito parola negli ultimi due giorni. Tanto che Francesco Merlo su Repubblica ci ha scherzato su: il Tribunale dei Progressisti, presieduto dal bizantino Goffredo Bettini, ha scelto per ora “la sospensione confermativa” su Conte.

Aldo Torchiaro
Aldo Torchiaro
Ph.D. in Dottrine politiche, giornalista professionista dal 2005, vive a Roma da dove scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.

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