Da un’iniziativa di Save the Children, alcuni bambini scrivono al futuro presidente dell’Italia. Le loro richieste sono diventate una video-lettera. Gli adulti di domani vorrebbero un paese più gentile, più pulito, più studioso e meno razzista.
“Caro Presidente ti scrivo”
La prima richiesta dei bambini è far sparire il Covid. Le loro richiesta sono state registrate con la mascherina all’interno di una biblioteca in questo momento storico. “Caro Presidente ti scrivo”, parafrasando l’ineguagliabile Lucio Dalla, è una musica dell’innocenza in tutto questo dibattito politico prima delle elezioni del nuovo capo dello Stato il 24 febbraio. I bambini ripresi da Save the Children vogliono un’Italia più accogliente, più gentile, rispettosa dell’ambiente, più pulita e meno razzista. Altri vogliono un’Italia che studi di più la storia, perché sapere da dove veniamo è indispensabile per capire dove stiamo andando. I piccoli vogliono un ritorno alla normalità anche se la normalità l’hanno vissuta per poco.
Save the Children, ascoltare le nuove generazioni
Daniela Fatarella, direttrice di Save the Children ha spiegato per l’agenzia di stampa Redattore Sociale che “L’accoglienza, la gentilezza, la bellezza sono valori che bambine, bambini e adolescenti in Italia, vorrebbero vedere riflessi anche nel mondo che li circonda. I più piccoli oggi, sono più consapevoli dei propri bisogni e vogliono fortemente contribuire al cambiamento del proprio Paese. Parlano di rispetto per l’ambiente, di luoghi puliti e di un’Italia solidale. Ma soprattutto, guidati da una nuova consapevolezza, vogliono essere ascoltati: il loro angolo di osservazione e il loro linguaggio di decodificazione della realtà, sono necessariamente diversi da quello degli adulti, così come le proposte che possono scaturire da un confronto con loro possono essere più efficaci, semplicemente perché li riguardano. Dare la parola alle nuove generazioni, oggi messe ancor più a dura prova dalla pandemia, è fondamentale. C’è bisogno di attivare canali di ascolto continuativi, prestando attenzione al loro parere, in modo da riconoscerli come protagonisti a pieno titolo del nostro tessuto sociale”, ha completato la direttrice.