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venerdì, Settembre 29, 2023

Carlo Cecchi al Teatro Argentina con Eduardo

Riflessione sul mondo del teatro come metafora della vita, questi due gioielli della tradizione eduardiana vedono in scena l’attore e regista fiorentino assieme ad Angelica IppolitoVincenzo FerreraDario IubattiRemo Stella Marco Trotta.
Maestro del teatro, funambolo e innovatore della scena che ha attraversato il Novecento, Carlo Cecchi riunisce Dolore sotto chiave e Sik-Sik, l’artefice magico, due atti unici di Eduardo De Filippo al Teatro Argentina dal 10 al 23 dicembre. Con questo dittico l’attore regista mette in scena l’amarezza e il realismo di Eduardo De Filippo e la sua capacità di graffiare anche con una sola, fulminea invenzione paradossale.

Dolore sotto chiave

Dolore sotto chiave è un gioco beffardo sul senso della morte portato in scena con irresistibile comicità. Nasce come radiodramma nel 1958, con Eduardo e la sorella Titina nel ruolo dei protagonisti, i fratelli Rocco e Lucia Capasso. Viene rappresentato a teatro due volte, con Regina Bianchi e Franco Parenti nel 1964 per la riapertura del Teatro San Ferdinando di Napoli, e nel 1980 con Luca De Filippo e Angelica Ippolito. Sik Sik l’artefice magico, atto unico scritto nel 1929, è uno dei capolavori del Novecento. “Come in un film di Chaplin” – racconta Cecchi – “è un testo immediato, comprensibile da chiunque e nello stesso tempo raffinatissimo. L’uso che Eduardo fa del napoletano e il rapporto tra il napoletano e l’italiano trova qui l’equilibrio di una forma perfetta, quella, appunto, di un capolavoro.”

Sik -Sik (in napoletano, “sicco” significa secco, magro e, come racconta lo stesso Eduardo, si riferisce al suo fisico) è un illusionista maldestro e squattrinato che si esibisce in teatri di infimo ordine insieme con la moglie Giorgetta e Nicola, che gli fa da spalla. Una sera il compare non si presenta per tempo e Sik Sik decide di sostituirlo con Rafele, uno sprovveduto capitato per caso a teatro. Con il ripresentarsi di Nicola poco prima dello spettacolo e con il litigio delle due “spalle” del mago, i numeri di prestigio finiranno in un disastro e l’esibizione si rivelerà tragica per il finto mago ma di esilarante comicità per il pubblico.
Un rigoroso esempio di coscienza critica nel classico gioco “del teatro nel teatro” attraverso quella contrapposizione tra realtà e finzione, spinta oltre l’asfittico dibattito tra vita e forma. Due anime artistiche vigorose si saldano così sulle tavole del palcoscenico, per entrambi “specchio” in cui la realtà si riflette nella finzione e viceversa.

Carlo Cecchi

Carlo Cecchi, dopo aver frequentato, all’inizio degli anni Sessanta, l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica come allievo attore, dal 1968, anno di fondazione del suo proprio teatro, ha diretto molti spettacoli e recitato molti ruoli. Si ricordano: Il borghese gentiluomo e Il misantropo di Molière Woyzek e Leonce e Lena di Büchner, Il bagno di Majakovski, L’uomo, la bestia e la virtù di Pirandello, Il compleanno di Pinter, Finale di partita di Beckett, e molti lavori di Shakespeare, fra cui una trilogia: AmletoSogno di una notte d’estateMisura per misura.
Con il Teatro Stabile delle Marche , di cui è artista di riferimento dal 2003, ha in repertorio: Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello, Tartufo di Molière, Claus Peymann compra un paio di pantaloni e viene e mangiare con me di Thomas Bernhard, Sik Sik l’artefice magico di De Filippo e Sogno di una notte d’estate di Shakespeare, il dittico Troppo sbronzo da dire ti amo? di Caryl Churchill e Prodotto di Mark Ravenhill.

In tutti questi spettacoli Cecchi è protagonista e regista. Come attore ha interpretato nel 2013 La serata a Colono di Elsa Morante diretto da Mario Martone prodotto dalla Fondazione Teatro Stabile di Torino, Marche Teatro e Teatro di Roma. Per questo spettacolo è stato premiato con l’UBU come miglior attore protagonista. Sempre come regista e attore con Marche Teatro ha portato in scena negli ultimi anni ne La dodicesima notte di William Shakespeare (co-prodotto con Il Teatro Franco Parenti) e Enrico IV di Luigi Pirandello.

Carlo Saccomando
Carlo Saccomando
Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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