Ancora un sequestro di ricci di mare delle Fiamme Gialle della Stazione Navale di Civitavecchia impegnate a combattere il bracconaggio ittico sulla costa laziale.
Il blitz dei finanzieri è scattato durante il ponte delle festività di Ognissanti, nella notte tra di lunedì 1° novembre, in un tratto di costa sul litorale di Santa Marinella peraltro già preso di mira da tali fenomeni di illegalità.
Sequestro di 2000 ricci di mare e 12mila euro di multa
Le Fiamme Gialle di Civitavecchia hanno colto in flagranza due pescatori di frodo della Provincia di Bari che, approfittando delle condizioni meteo favorevoli, erano intenti a fare razzia del prezioso echinoderma. Dopo una prolungata attesa, li hanno sorpresi mentre si apprestavano a caricare a bordo dell’autovettura tutto il pescato illecito. A quel punto è scattato il sequestro di oltre 2.000 esemplari di ricci di mare e di tutta l’attrezzatura da pesca utilizzata, oltre alla multa per 12mila euro per entrambe i bracconieri. I finanzieri hanno rigettato in mare tutti i ricci, così da garantire il ripopolamento dei fondali e ristabilire l’equilibrio dell’ecosistema marino.
Il bracconaggio ittico porta alla desertificazione del fondale marino
I ricci di mare, appartenenti alla famiglia degli echinodermi, sono un bene prezioso per l’ecosistema marino in quanto fungono a tutti gli effetti da “biorimediatori naturali”, assicurando un’azione di “filtraggio” dell’acqua di mare. La loro pesca è contingentata a 1.000 esemplari al giorno per i pescatori professionali e solo 50 per gli sportivi e addirittura sospesa in determinati mesi dell’anno.
La continua domanda del mercato ha prodotto il fenomeno del bracconaggio. Un vero e proprio esercito di abusivi che, attirati dai notevoli guadagni (circa 1 Euro per ciascun esemplare di riccio di mare) e incuranti delle conseguenze ambientali sono responsabili di una vera e propria razzia incontrollata dei fondali marini che porta ad una “desertificazione”.