E’ certamente un peccato ma Matteo Berrettini merita solo applausi, nonostante una sconfitta netta. Il sogno del tennista romano agli Open d’Australia sfuma a un passo dalla finale davanti al re spagnolo, che impone la sua legge in quattro set (6-3, 6-2, 3-6, 6-3) e centra il sesto ultimo atto a Melbourne in carriera.
I primi due set sono un autentico monologo messo in atto dall’iberico, che surclassa l’azzurro dal lato del rovescio. Poi il numero uno italiano, alla sua terza semifinale in uno Slam, risorge e ci prova, ma nell’ottavo gioco del quarto parziale cede ai colpi potenti dell’avversario e alla stanchezza. Per Berrettini finisce con onore un torneo storico, da lunedì sarà numero 6 al mondo.
Domenica, Nadal, che attende il vincente dell’altra semifinale tra Medvedev e Tsitsipas, proverà a bissare il trionfo del 2009 e a mettere in bacheca il 21° Slam, uno in più di Federer e Djokovic.
Nadal ingiocabile
Alla Rod Laver Arena si gioca con il tetto chiuso per via dell’acquazzone che imperversa su Melbourne. Nonostante l’umidità e un gioco inevitabilmente più lento, Nadal fa capire subito che sarà una giornata difficile strappando il servizio a Berrettini già nel secondo game. Il tennista romano non riesce a impensierire il maiorchino che serve bene mantenendo il break senza particolari affanni. Nadal si porta prima sul 4-1, poi sul 5-2 e chiude 6-3.
L’inizio del secondo set è ancor più devastante: il servizio di Berrettini non sfonda e Nadal infila un doppio break consecutivo. Il mancino di Manacor, voglioso di superare gli storici rivali nel conto degli Slam, propone un livello di tennis d’altri tempi. “I primi due set i miei migliori da tanto tempo”, dirà l’ex numero uno al mondo al termine del match. Dopo un’ora Rafa è avanti di un set e 3-0 nel secondo, che conclude in scioltezza per 6-2.
Berrettini reagisce ma alla fine deve inchinarsi
Il terzo set è più equilibrato. Matteo soffre meno in battuta e in vantaggio sul 4-3 arrivano anche le prime palle break. Lo spagnolo salva la prima ma non può prendere il successivo dritto potente di Matteo che si porta sul 5-3. Berretto tiene la battuta a zero e dimezza lo svantaggio sul 6-3. Nel quarto set l’azzurro comincia ad accusare la stanchezza di un torneo dispendioso, mentre Nadal sembra aver smaltito le fatiche dei quarti contro Shapovalov. Al tennista romano è fatale l’ottavo game: ai vantaggi il suo dritto finisce sul nastro e consente a Nadal di servire per il match. Lo spagnolo non sbaglia e chiude con un altro 6-3 in due ore e cinquantacinque minuti di gioco. Per l’azzurro una partita con alti e bassi: alla fine il classe ’96 chiuderà con 14 ace ed il 67% di prime in campo, 38 vincenti ma anche 39 errori. Ma Berrettini merita solo applausi.
Delusione e orgoglio
“Sono orgoglioso di quello che ho fatto, il mio livello sta migliorando ma credo che sia positivo avere ancora margini di crescita. Era la prima volta che giocavo con il tetto, erano condizioni diverse e mi ci è voluto un po’ per adattarmi. All’inizio ho lottato ma non riuscivo davvero a trovare il ritmo e poi Rafa stava giocando davvero bene” – ha detto Matteo Berrettini nella conferenza stampa post-match.
L’azzurro ha incassato i complimenti di Nadal, che ha speso parole di un futuro luminoso per lui: “Parole che mi fanno piacere, abbiamo parlato un po’ nello spogliatoio, è davvero una grande cosa per me potermi confrontare con un giocatore come Rafa. Cerco di imparare sempre qualcosa dai migliori. Ora è tempo che io giochi il più possibile partite come questa per imparare e la prossima volta voglio essere pronto per affrontarle“.