“Dove finisce Roma. Il tempo dell’occupazione”, uno tra i numerosi appuntamenti dell’iniziativa MEMORIA GENERA FUTURO di Roma Capitale al teatro Argentina. In occasione della giornata della memoria, una riflessione intorno al tema della memoria storica e sulle vicende del 1943. Un incontro che si è tenuto domenica 23 gennaio e che ha visto una serie di contributi e riflessioni da parte della storica Anna Foa e dello scrittore Paolo Di Paolo, sulla storica presenza ebraica a Roma, fino all’occupazione nazista.
Gli interventi dei due ospiti sono intervallati da intermezzi di letture di brani tratti da “La Storia” di Elsa Morante e “Le vicende del 16 Ottobre” di Giacomo De Benedetti letti da Anna Bisciari e Marco Selvatico, attori dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico.

La Storia con la S maiuscola
“Il racconto deve continuare, ma come? La letteratura può fornire un contributo essenziale: sia quella nata a ridosso degli eventi, sia successivamente- spiega Paolo Di Paolo- la Storia con la S maiuscola va raccontata anche senza averla vissuta in prima persona, traghettandola nello spazio della narrazione”. Una storia che non si limita alle testimonianze dei sopravvissuti legate a quell’unica vicenda della deportazione, ma che si concentra su chi fossero prima della devastazione.
La terribile vita quotidiana nel 1943
“Voglio invitarvi a riflettere sull’immagine della Roma di quel periodo- dice Anna Foa- una città devastata dalla Guerra e dalle terribili tragedie della deportazione del 16 ottobre 1943 e dall’eccidio delle Fosse Ardeatine. Ma non solo, anche la vita quotidiana era terrificante: la gente soffriva per la fame, la paura dei nazisti, gli ebrei che dovevano nascondersi in case dei romani o nelle chiese o nei conventi. Il timore di essere scoperti, le case dei deportati che venivano occupate dagli sfollati. Un quadro di paura e disperazione in cui vige un unico spiraglio di luce: la speranza nell’arrivo degli Alleati”.
Immagini crude che rievocano una pagina della Storia che non dobbiamo rimuovere come è stato fatto per molti anni, ma che è importante ricordare ogni giorno per costruire un futuro migliore.
Giorgia Calò